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venerdì 28 aprile 2017

STORICI DELL'ARTE IN VIAGGIO> DALL'ORIENTE A CATANZARO: UNA STORIA SU UN FILO DI SETA

«Allora, oh allora da qui andavano in Francia, in Inghilterra, nelle Spagne, e fin nella splendida Venezia que’ be’ velluti, quelle tele rasate, que’ drappi a fiorani, o damascati che vuoi, que’ broccati con laminette d’oro e d’argento, che abbellivano il lusso de nostri padri, ed erano cercati, pagati, e invidiati dallo straniero…» .Cosi nel 1845 scriveva Cesare Malpica durante il suo viaggio alla scoperta della Calabria. Quello che tutta l’Europa invidiava a Catanzaro era la seta, dalla sua coltivazione fino alla realizzazione di opere d’arte. Paramenti sacri, stoffe, damaschi e velluti che troppo spesso sono relegati sotto l’etichetta di “arti minori”. La storia che unisce Catanzaro alla seta è una storia millenaria che parte proprio dalla fondazione della città, avvenuta in epoca bizantina tra il 793 e l’868 D.C. Fu un capitano bizantino, Flagizio, che decise di costruire una città sui colli colpito dalla bellezza del territorio. Esistevano già delle enormi coltivazioni di gelso, la pianta necessaria per la crescita del baco da seta. Grazie alla dominazione bizantina e alle maestranze provenienti dall’oriente le tecniche di lavorazione raggiunsero livelli altissimi.  Tale produzione continuò senza sosta anche con Roberto il Guiscardo e grazie ai normanni anche il commercio della seta si ampliò con una conseguente crescita economica di tutta la città. Risale al 1267 un documento, la Tabulae Gualterium Scillianum che testimonia la presenza di commercianti amalfitani in città, attratti dai maestri catanzaresi. Nel 1432 erano attivi circa 500 telai per una popolazione di 8 mila abitanti. L’arte della seta, portò a Catanzaro anche riconoscimenti ufficiali, superando anche le varie dominazioni che si susseguirono in Calabria. Il 12 giugno del 1456 fu Alfonso D’Aragona a concedere sgravi fiscali per i meriti e soprattutto l’alto livello dei tessuti. Questi onori furono confermati da Ferdinando I e da Carlo V il 22 Marzo del 1536. Nacque l’Arte del Consolato della seta, con i suoi statuti che regolavano la vendita, la produzione e le varie tecniche produttive. Il periodo di massimo splendore continuò fino al 1650 quando erano attivi 1000 telai con 7 mila operai impegnati nell’industria tessile. Il declino cominciò con il terremoto del 1783 e la vendita di alcuni telai. Con la rivoluzione industriale, Catanzaro non riuscì a competere con le produzioni europee e asiatiche. Costi più bassi e una maggiore rapidità di produzione segnarono la fine dei maestri della seta catanzarese. Una storia millenaria, che ci riporta alle origini di una città che ha avuto il suo splendore. Una storia che va ricordata, studiata come merita e che porta la Calabria al centro dell’Europa.


Paramenti sacri. Manifattura catanzarese.
Testo e foto di Leonardo Migliaccio

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