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mercoledì 26 aprile 2017

STORICI DELL' ARTE IN VIAGGIO> GERACE IL SETTIMO BORGO PIÙ BELLO D'ITALIA




















«Gerace è di gran lunga il più grandioso e superbo luogo come posizione in generale, e come città, che noi abbiamo ancora visto in Calabria».
Con queste parole Edward Lear (1814-1888) -  viaggiatore inglese e noto disegnatore – descriveva il borgo calabrese che si presentava ai suoi occhi nel 1847 e che oggi, quasi due secoli dopo, è il settimo tra i venti più belli d’Italia.
La sua testimonianza rappresenta tuttora una perfetta sintesi del luogo che visiteremo: uno splendido comune a soli 8 km dalle spiagge di Locri e di Siderno e a 12 km dai monti, una meta incantevole che, anche grazie al suo fascino medievale, richiama tutt’oggi numerosi turisti.
Attraversata la prima di quelle che anticamente erano le dodici porte urbiche di Gerace, ci immergeremo nelle strade di un luogo che parla ancora attraverso la sua architettura, la sua storia, la sua arte e che sembra voler affidare l’espressione della sua identità solo a tutto ciò che ad esse concerne.
Camminando per vie già percorse da viaggiatori stranieri del Settecento e dell’Ottocento, scopriremo progressivamente numerosissime chiese, anch’esse, attraverso la specifica struttura, testimoni della storia del borgo e del profondo sentimento religioso del popolo geracese che, prima del terremoto del 1783, contava circa sessanta edifici sacri all’interno del comune.
Visiteremo quindi la cattedrale, il museo diocesano e la chiesa di San Francesco e, attraverso questo itinerario, avremo modo di conoscere quei tesori nascosti che rendono la “cittadella” un luogo unico ed imperdibile nel panorama della nostra regione.
Non lasciatevi sfuggire l’occasione di visitare questo incantevole comune insieme a noi, partecipate attivamente ad un’iniziativa volta alla valorizzazione del nostro territorio poiché «la storia dell’arte è troppo importante per lasciarla tutta agli storici dell’arte» (Tomaso Montanari).
Disegno di Edward Lear






















Testo di Ludovica Scalzo. Foto di Laura Pirrò.

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